L’appuntamento di oggi di “Se fossi musica, sarei…” è con Emanuele Aprile e il suo brano del cuore: On earth as it is in Heaven di Ennio Morricone, l’indimenticabile colonna sonora di “The Mission”.
Commentando la vittoria dell’oscar come migliore colonna sonora della sua musica per il The Hateful Eight di Tarantino, il maestro Ennio Morricone avrebbe dichiarato: “Sono molto felice di questo risultato, ma questa non è la mia migliore musica per film”. Ognuno di noi può fare diverse ipotesi in merito: di straordinari temi musicali di Morricone il cinema è pieno; saremmo tutti in imbarazzo se costretti a scegliere il migliore. Chissà che il maestro non si riferisse proprio a On earth as it is in Heaven, colonna sonora di “The Mission” quando ha rilasciato questa dichiarazione.
Scritta nel 1986, questa musica rappresenta davvero una musica “contaminata”. Adesso nel 2020, parlare di contaminazione musicale non ha quasi più senso. Perché viviamo in un mondo fortemente globalizzato, in cui tutto si fonde e confonde con tutto. Ma già negli anni ’80, invece, pensare di fondere atmosfere di musica sacra con testi in latino e percussioni tribali, era di certo operazione coraggiosa e di certo non banale.
Il film
“On earth as it is in Heaven” potrebbe forse essere considerata una piccola suite di tutti i temi presenti nel film “The Mission”, dove non solo tutti i temi si incontrano e si fondono, ma dove probabilmente si fonde anche tutta la trama del film.
La trama parla appunto di missionari europei che si avventurano nella foresta amazzonica e incontrano popolazioni indios per convertirle al cristianesimo. Ci sono quindi temi spirituali, politici e storici che si intrecciano con la biografia dei personaggi in scena.
E tutto questo si incontra nella musica!
Come si sviluppa On earth as it is in Heaven
Come spesso accade con i temi di Morricone, l’orchestra rompe il silenzio con un crescendo che introduce in pochi secondi l’ingresso di un coro polifonico che tesse l’armonia del brano. Questo coro canta un testo sacro in latino, e quindi l’atmosfera che ci raggiunge è subito inequivocabile: musica sacra. Non appena siamo immersi in questo panorama musicale però irrompono sulla scena delle percussioni con delle eco tribali che quindi imprimono al brano tutta un’altra cadenza ritmica. L’incontro e lo scontro tra le due culture: il lento incedere del coro e il ritmo incalzante delle percussioni. Esattamente in mezzo a questo incontro si spiega la melodia dell’oboe. Uno dei temi più famosi per questo strumento. La melodia dell’oboe rappresenta la vita di uno dei personaggi del film, che appunto ama suonare questo strumento in mezzo alla foresta. Le culture in dialogo, la storia di una persona.
Nel film c’è un punto di svolta, in cui in qualche modo questo incontro cambia per sempre sia i missionari che gli indios. Ecco, questa svolta è rappresentata forse dal secondo coro che piano piano si fa spazio sulla scena musicale. Un coro che canta si in latino, sovrapposto all’altro, ma che fa suo il ritmo delle percussioni, e che fa montare l’emotività della musica, conducendo anche l’orchestra sul suo incedere ritmico, fino ad un finale che forse rappresenta l’apice emotivo e drammatico: i due cori in sovrapposizione finiscono con: “Gloria! – Ah!” seguito da un forte colpo di tamburo. Punto.
Perchè ho scelto On earth as it is in Heaven
Mi ritrovo molto in On earth as it is in Heaven. Musica che è incontro e relazione, ma senza fusione; in cui le differenze reciproche si armonizzano e si esaltano. Una musica che è spirituale ed istintuale. Una meravigliosa melodia ed un ritmo incalzante. Una musica che ti fa dire “vorrei essere un colpo di tamburo o una voce di quel coro”. Una musica che sa travolgerti.
Una musica che davvero ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio, che in pochissimi minuti e con maggiore efficacia di queste mie parole, raccontano una storia collettiva e personale, in luoghi e spazi molto lontani da noi.
Buon ascolto!