L’ultimo capitolo del nostro viaggio attraverso il mondo delle somiglianze musicali è dedicato al campionamento, in inglese “sampling”, una tecnica usata prevalentemente nella musica rap.
CHE COSA È IL SAMPLING?
Il sampling consiste nel registrare solo una porzione della brano e inserirlo in una nuova, differente traccia: il producer prende la base, o una strofa, o un riff di chitarra, un fill di batteria da un disco e costruisce qualcosa di nuovo, inserendolo in una propria produzione, manipolandolo e modificandolo. È davvero frequentissimo ascoltare un brano rap e riconoscere la base su cui essa si sviluppa. Perché si utilizza questa modalità?
UN PO’ DI STORIA
Il rap nasce a New York, nel Bronx, a metà degli anni ’70, in un contesto sociale molto difficile, che vede la comunità afroamericana in estrema povertà, dato l’altissimo tasso di disoccupazione, in un ambiente urbano totalmente decadente e abbandonato a se stesso. In questa situazione di disagio sociale nascono le prime crew, gruppi di ragazzi che, spinti da una grande energia e dalla volontà di non affiliarsi a gang locali per delinquere, iniziano a fare musica in un modo totalmente nuovo: grazie a due giradischi ed un mixer controllati da un deejay cominciano a esibirsi ballerini di breakdance (i B-boy) e MC (Master of Ceremonies, quello che noi chiamiamo comunemente rapper) proprio su pezzi funk, un genere nato negli Stati Uniti negli anni ’50, con un ritmo molto marcato, spregiudicato e libero da convenzioni, che consente ai ballerini di esprimersi al meglio e agli MC di sfruttare la linea ritmica che il dj mette in loop per improvvisare strofe e rime in tempo reale, in cui denunciano le loro condizioni e mettono in rima la loro rabbia. Nasce così il movimento Hip Hop, costituito da quattro discipline: l’MCing, il DJing, il B-boying e il writing (graffitismo), ovvero l’arte di esprimersi tramite appunto i graffiti, considerati molto spesso atti vandalici, ma che rappresentano invece un modo per far sentire la voce dei ceti più emarginati e per rendere più gradevole un contesto urbano, come abbiamo detto prima, davvero decadente.
In un contesto così difficile è logico immaginare che la possibilità di comprare uno strumento musicale può essere davvero scarsissima; ecco che ci si arrangia con quello che si ha: i deejay iniziano a estrapolare pezzi di brani conosciuti pescando nel repertorio black (James Brown, per esempio, è uno degli artisti più campionati di sempre) e a manipolarli modificandoli per creare nuovi pezzi su cui ballare e rappare, raffinando sempre più la tecnica e il gusto musicale. La funzione sociale ricoperta dal movimento Hip Hop è stata importantissima e ha portato con sé un messaggio di pace e integrazione, un approccio molto diverso, a mio parere, dal rap che siamo abituati a sentire oggi, i cui contenuti risultano spesso molto superficiali e, come si dice in gergo, poco conscious, poco impegnati. Per chi volesse farsi un’idea molto realistica di questo scenario storico e musicale, consiglio di guardare la mini serie TV “The Get Down” del regista Baz Luhrmann pubblicata su Netflix nel 2017, in cui compare anche Jaden Smith, figlio di Will, che ha iniziato la sua carriera proprio come rapper.
LA LEGALITÀ DEL SAMPLING
I produttori Hip Hop si trovano quindi a dover compiere una scelta prima di poter sviluppare i loro brani, per evitare di incorrere in problemi legali. Il primo modo (e l’unico legalmente valido) è quello di dichiarare il sample e ottenere il permesso di usarlo da parte dei titolari dei diritti d’autore, stipulando così un accordo tra l’autore originario ed il producer. Altre volte, al contrario, capita che il titolare dei diritti eviti di denunciare il plagio, considerando la cosa assolutamente normale e riconoscendo l’operazione come un’ottima possibilità di promozione. I fan dell’Hip Hop sono soliti andare a cercare quali sono i brani originali da cui è stato preso il campione: un sito davvero divertente e che aiuta in questa ricerca è proprio WHOSAMPLED Provate anche voi!
Ma ascoltiamo qualche esempio di brani rap famosi e di fianco i brani originali campionati:
1.Notorious B.I.G. – Big Poppa (1994)
Isley Brothers – Between the sheets (1983)
Anche Coolio con la sua Gangsta’s Paradise (1995) utilizzò un sampling del pezzo di Stevie Wonder Pastime Paradise del 1976.
Qualche esempio nel rap italiano?
“Aspettando il sole” di Neffa (1996): Il brano contiene un campione da “Free at Last” di Al Green e da “Sneakin’ in the Back” di Tom Scott
ualche anno più tardi, nel 1998, gli Articolo 31 partirono da “Mamma voglio anch’io la fidanzata” di Natalino Otto per la loro La Fidanzata. Infine, nel 2003, Frankie Hi-NRG compose la sua Rap Lamento utilizzando un sampling della storica sigla del programma RAI 90° minuto.
Concludiamo questa carrellata di esempi con una canzone di genere diverso, per cui è stato utilizzato un campione tratto da un successo internazionale. Nel 2006 uscì il famosissimo brando di Amy Winehouse Tears dry on their own. Forse non tutti sanno che la canzone si basa su un altrettanto celebre brano del 1967 a firma di Marvin Gaye e Tammi Terrell: “Ain’t no Mountain High Enough”.
Se vi è piaciuto questo viaggio fatecelo sapere, e segnalateci se avete scoperto anche voi qualche sampling nascosto. A presto!
Chi sono – Ilenia Soprano: Ciao, mi chiamo Ilenia Soprano e faccio parte della divisione Educational di Yamaha Music Europe branch Italy. Ho studiato pianoforte e, nomen omen, canto da quando sono piccola. La musica è il grande amore della mia vita.