Soundbar: trucchi (che non sai) per ottenere il massimo

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La soundbar è una delle innovazioni più interessanti dell’ultimo decennio. Ed è facile intuirne il motivo: un dispositivo compatto, dal design moderno e curato, svolge da solo il medesimo ruolo del sintoampli e di tutti i diffusori. Per vivere le emozioni dei cinema in casa non c’è più bisogno di ingombranti apparecchi audio né di cavi in giro per la stanza: basta una soundbar e il gioco è fatto. Poi certo, nessuno ha mai sostenuto che il risultato sia al 100% analogo a quello degli impianti a componenti – e diffusori – separati, ma se in gioco entra anche la comodità, la soundbar resta un’opzione davvero interessante.

Come sia possibile che un solo apparecchio ne sostituisca diversi, per di più voluminosi, è presto detto: la soundbar è formata da diversi comparti, dei quali il primo dedicato al trattamento del segnale (il “pre”), il secondo all’amplificazione e il terzo alla diffusione sonora. Ma la cosa che bisogna capire fin da subito è che il termine ‘soundbar’ indica più una categoria che un singolo prodotto: ci sono soundbar compatte con due diffusori che servono unicamente a migliorare la qualità audio del TV, altre che – grazie a sofisticati algoritmi come il DTS Virtual:X, con un limitato corredo di speaker sono in grado di creare ambienti sonori avvolgenti, per non parlare di quelli che invece di diffusori ne hanno decine al loro interno – come i 44 del proiettore sonoro Yamaha YSP-5600 – e sfruttano le riflessioni delle onde sonore sulle pareti per simulare l’effetto di tanti speaker sparsi nella stanza. Con ottimi risultati, oltretutto.

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